Cosa sarebbe il nostro Pianeta senza le api? Sicuramente un posto più arido, spoglio e la nostra biodiversità sarebbe gravemente compromessa. La biodiversità è alla base della nostra agricoltura e, di conseguenza, della nostra alimentazione. Pertanto, se dovessero scomparire le piante e gli animali, selvatici e domestici, che ogni giorno ci forniscono cibo, mangimi, carburante e fibre, sarebbe in serio pericolo la nostra stessa esistenza sulla Terra.
Nel 2019, la FAO ha presentato il rapporto sullo “Stato della biodiversità mondiale per l'alimentazione e l'agricoltura”, dove denuncia una notevole riduzione della diversità delle coltivazioni, un aumento delle razze animali a rischio di estinzione, tra cui tantissimi insetti impollinatori come le api, e un sovrasfruttamento delle specie ittiche, che hanno ormai raggiunto il limite massimo di sostenibilità.
I fattori che incidono maggiormente sulla biodiversità sono lo sfruttamento massiccio delle risorse naturali e agricole, l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’aumento della popolazione mondiale e la sempre maggiore urbanizzazione, che riduce le aree boschive e gli habitat naturali di molte specie animali e vegetali.
La notizia positiva è che le istituzioni governative internazionali dimostrano un crescente interesse per le pratiche e gli approcci che favoriscano la biodiversità. Il rapporto FAO evidenzia che l’80% dei 91 Paesi analizzati, dichiara di applicare i principi dell’agricoltura biologica, gestendo in modo integrato i parassiti e favorendo la conservazione delle specie vegetali autoctone, con un maggiore controllo sul consumo di suolo, la deforestazione e una particolare attenzione alla salvaguardia e conservazione degli eco-sistemi.
Oltre agli sforzi dei governi, è però indispensabile una maggiore sensibilizzazione dei cittadini nei confronti della sostenibilità e dei temi ambientali, riducendo la pressione sulla biodiversità, optando per prodotti coltivati in modo sostenibile, acquistati direttamente dai produttori locali, e svolgendo un ruolo importante nel monitoraggio della ecosistemi ambientali e agricoli.
L’obiettivo di 3Bee e del Progetto Arnia è di contribuire in modo attivo e concreto alla difesa della biodiversità, attraverso la salvaguardia delle api, fondamentali per l’impollinazione, e dei loro habitat naturali, utilizzando i più moderni sistemi tecnologici e di monitoraggio.
L’obiettivo n°15 dell’Agenda ONU 2030 è “Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” . La salvaguardia degli ecosistemi è fondamentale per un’agricoltura sostenibile e la conservazione della vita sulla Terra, e le api giocano un ruolo essenziale. Infatti, circa un terzo del nostro cibo dipende dal lavoro incessante di questi piccoli insetti, non solo per la produzione di miele, ma anche per l’indispensabile lavoro di impollinazione.
Se le api sparissero, le conseguenze sulla produzione alimentare mondiale sarebbero devastanti, perché molte piante non verrebbero impollinate e non potrebbero più diffondersi, crescere e prosperare. Esistono metodi d’impollinazione artificiali, ma sono molto lenti, richiedono molto lavoro e possono essere utilizzati su aree piuttosto ristrette, inoltre sono sistemi molto costosi, mentre il servizio d’impollinazione offerto dalle api è gratuito, copre regioni piuttosto ampie e mantiene costante la biodiversità. Alcune specie vegetali utilizzano l’autoimpollinazione passiva, ma è un meccanismo poco diffuso, anche se è tipico di certi cereali come il grano e la soia.
L’impollinazione incrociata delle piante da parte delle api e di altri insetti impollinatori, come mosche e farfalle, è la più diffusa ed è un servizio irrinunciabile senza il quale il polline, contenente i gameti maschili, non potrebbe raggiungere i gameti femminili. Le piante non potrebbero quindi riprodursi, proliferare e, di conseguenza, donarci cibo e sostentamento. Il polline può essere trasportato anche dall’acqua o dal vento, ma le api restano gli impollinatori più importanti e sono considerate la chiave di volta di tutti gli ecosistemi naturali e agricoli terrestri.
Al mondo, si contano circa 15.000 specie diverse di api, e la più conosciuta è l’ape domestica, da cui si ricava il miele, la pappa reale e la propoli, mentre le altre sono classificate come “api selvatiche”, per la maggior parte solitarie, come quelle dei generi Osmia, Antophora, Halictus e Xylocopa. Fanno tutte parte della famiglia degli apoidei e comprende anche i bombi, di cui esistono 266 specie diverse, organizzate in colonie e precisi ruoli sociali.
Si stima che le api contribuiscano alla sopravvivenza di oltre l’80% delle specie vegetali presenti sulla Terra, garantendo la biodiversità, fondamentale per l’alimentazione della popolazione umana e animale di tutto il mondo. Il contributo delle api è anche economico, perché con il loro servizio gratuito, ci permettono di risparmiare annualmente ben 153 miliardi di euro a livello globale. Per quanto riguarda la produzione agricola, circa il 35% del cibo umano proviene da colture che dipendono da animali impollinatori e il 70% delle 124 colture principali coltivate per il consumo umano ha bisogno delle api per continuare a produrre e rigenerarsi.
Dalla fine degli anni Novanta, molti apicoltori europei e statunitensi hanno segnalato una significativa diminuzione delle colonie di api domestiche. Il cambiamento è stato molto repentino e anomalo, probabilmente dovuto a più fattori che hanno agito in concomitanza.
In poco tempo, gli agricoltori californiani hanno assistito ad una drastica diminuzione della produzione di alcune specie vegetali direttamente dipendenti dalle api, come la mandorla californiana, tanto che il Governo è stato costretto ad importare le colonie di api domestiche dall’Australia e a stanziare 89 milioni di dollari per risolvere il problema.
In seguito a questi avvenimenti, nel 2007, la comunità scientifica internazionale ha coniato il nuovo termine Colony Collapse Disorder (CCD), per indicare le cause sconosciute delle morie inspiegabili di api, e nel 2014, l’Europa ha redatto una Lista Rossa delle Api, dove vengono indicate tutte le api presenti sul continente e il loro grado di vulnerabilità. Dalle evidenze scientifiche è emerso un quadro veramente preoccupante, dove circa il 15% delle specie è minacciato d’estinzione, tenendo conto che per più del 50% delle api europee non si hanno sufficienti informazioni.
Gli scienziati ritengono che la riduzione del numero di specie sia legato a una molteplicità di fattori diversi, che variano a seconda delle zone. Sicuramente un ruolo importante lo giocano l’inquinamento atmosferico e delle risorse idriche, oltre alla scarsa biodiversità ambientale, causata dalle monocolture, che riducono il cibo disponibile e la varietà di specie vegetali da cui attingere il polline. Inoltre, l’intenso sviluppo urbano e i cambiamenti climatici agiscono in modo significativo sullo sviluppo dei fiori e sulla diffusione di virus, batteri e agenti patogeni particolarmente aggressivi. Non da ultimo, hanno un ruolo importante la diffusione di alcune specie esotiche, come il calabrone asiatico o Vespa Velutina, che si nutre prevalentemente di api domestiche. Infine, è stato provato che alcuni pesticidi, utilizzati per uccidere insetti dannosi per l’agricoltura, agiscono in modo negativo anche su quelli utili, come le api, producendo effetti sulle capacità cognitive di questi insetti, anche utilizzati in dosi non letali.
Vista la situazione in graduale peggioramento, gli organismi internazionali, ormai da qualche anno, hanno deciso di muoversi in favore delle api e degli insetti impollinatori con diverse iniziative mirate alla loro salvaguardia. Tra le più recenti, nel 2012, è stata fondata l’IPBES, una struttura intergovernativa, con sede a Bonn, dedicata alla biodiversità, che produce report sull’impollinazione, mentre nel 2016, durante la Conferenza delle parti per la Biodiversità a Cancun, in Messico, dieci paesi dell’Unione Europea ed altri Stati hanno firmato la Declaration on the Coalition of the Willing on Pollinators, e l’anno successivo la Commissione Europea ha pubblicato una tabella di marcia che definisce gli obiettivi della cosiddetta EU Pollinators Initiative.
Inoltre, il primo lunedì di ottobre di ogni anno le Nazioni Unite celebrano la Giornata Mondiale degli Habitat, un’occasione importante per riflettere sull’importanza della conservazione degli ambienti naturali e sul benessere delle api e di tantissime altre piante e animali per il futuro del Pianeta.
Infine, ognuno può contribuire a migliorare la vita delle api semplicemente tenendo qualche fiore o pianta sul davanzale della finestra, sul terrazzo o in giardino, organizzando il proprio spazio verde per offrire sostentamento alle api anche quando l’ambiente circostante non offre molte possibilità. Un modo semplice e piacevole per contribuire alla salvaguardia della biodiversità del nostro Pianeta.