Boschi e foreste in Italia, un patrimonio da difendere e tutelare

Boschi e foreste in Italia costituiscono un bene comune da tutelare e un serbatoio di biodiversità, che può difenderci dagli effetti devastanti dei cambiamenti climatici e dai fenomeni atmosferici sempre più frequenti, improvvisi e spesso catastrofici. Nel nostro Paese, i boschi e le foreste coprono ormai più del 40% della superficie nazionale e negli ultimi 5 anni l’estensione delle aree boschive è aumentata in modo esponenziale fino a ricoprire 11 milioni di ettari di terreno.

La causa principale di questa espansione, quasi incontrollata, è da imputare all’abbandono dei terreni agricoli, in particolare nelle zone rurali e montane, da parte di agricoltori e allevatori, che dal boom economico degli anni Sessanta hanno iniziato a spostarsi verso le aree più urbanizzate, lasciando incolte vaste aree di terre fertili. La natura si è quindi ripresa gli spazi lasciati liberi dall’uomo, ma senza una vera manutenzione, sono diventati delle giungle praticamente impenetrabili e spesso discariche a cielo aperto, utilizzate da criminali per smaltire qualsiasi genere di rifiuti, anche pericolosi per l’uomo e l’ambiente.

All’incuria e all’abbandono, si sono aggiunti i cambiamenti climatici, con inverni siccitosi, estati calde e fenomeni atmosferici brevi e violenti, gli incendi e il proliferare di parassiti che stanno mettendo in serio pericolo questo importante patrimonio naturale del nostro Paese.

 

Cosa fare per difendere boschi e foreste in Italia

La tutela dei boschi e delle foreste permette di ottenere numerosi vantaggi e benefici, spesso semplicemente gestendo in modo attento e oculato gli alberi e le piante già presenti nelle aree forestali e boschive. Infatti, con una gestione sostenibile di queste zone si può ottenere:

  •          un miglioramento della sicurezza, della qualità e della stabilità del suolo
  •          una migliore salvaguardia e conservazione della biodiversità
  •          un miglioramento della qualità dell’acqua e dell’aria
  •          una maggiore accessibilità e fruibilità dell’area, anche dal punto di vista turistico.

Naturalmente, visto lo stato di degrado e abbandono di molti territori, sono necessarie alcune azioni e attività, che vadano a sviluppare queste aree, perché diventino una vera risorsa anche per gli abitanti, i turisti e le attività delle zone limitrofe.

Innanzitutto, va progettata e messa in opera un’intensa attività di pulizia del bosco, rimuovendo le piante morte, cadute o pericolanti, accatastando le ramaglie da ridurre in cippato, e liberando il sottobosco da specie infestanti e invasive per favorire la crescita di essenze autoctone.

In secondo luogo, è necessario recuperare i sentieri e i percorsi naturalistici, realizzando nuovi itinerari o ripristinando quelli già esistenti. L’area può essere arricchita e valorizzata con pannelli illustrativi, che ne spieghino l’importanza ambientale, ma anche con la creazione di corridoi ecologici che favoriscano lo sviluppo della flora e della fauna locali, lontano da attività umane che potrebbero interferire con la loro crescita e il loro benessere.

I terreni vanno poi stabilizzati per evitare frane, smottamenti o fenomeni di erosione, causati dall’assenza di sostanza organica. In questo caso, si può intervenire, stendendo teli in biostuoia di juta o creando terrazzamenti, soprattutto sui terreni particolarmente scoscesi.

Le foreste hanno anche necessità di rinnovarsi e le attività di piantumazione di nuovi alberi, piante o arbusti, aiutano la colonizzazione di nuove aree e la crescita di piante da seme, che andranno comunque sempre gestite, pulite e anche protette dalla fauna selvatica.

Gli incendi rappresentano un grande pericolo per i boschi e le foreste italiane, e sicuramente vanno messe in campo diverse attività di prevenzione, controllo e tutela, non solo creando strisce tagliafuoco che impediscano alle fiamme di propagarsi, ma anche potando in modo regolare i rami secchi degli alberi, che potrebbero costituire un innesco molto rischioso e devastante.

Tutto questo è stato previsto e regolamentato dal testo unico nazionale in materia di foreste e filiere forestali, che è stato approvato il 4 dicembre 2017, nel quale le foreste italiane vengono considerate un patrimonio di inestimabile valore e fonte di ricchezza, benessere e salute per tutti. Il testo unico fissa i criteri di programmazione, gestione e promozione delle aree forestali, anche dal punto di vista turistico.

 

Il futuro di boschi e foreste in Italia

Le aree boschive italiane sono tra le più ricche di biodiversità in tutta Europa e contribuiscono in modo significativo all’assorbimento della Co2, tanto che il nostro Paese negli ultimi anni è riuscito a soddisfare i parametri degli accordi di Kyoto, ma sono anche estremamente fragili e soggette all’azione costante dei cambiamenti climatici e al pericolo degli incendi, soprattutto nel periodo estivo.

I lunghi periodi di siccità, anche nel periodo invernale, riducono le riserve d’acqua e fanno deperire le piante, esponendole agli attacchi dei parassiti, come il bostrico dell’abete rosso che sta distruggendo migliaia di ettari di foreste, in particolare nel Centro Europa. Inoltre, negli ultimi anni si sono verificati eventi atmosferici particolarmente violenti, come la tempesta Vaia, che nel 2018 ha completamente distrutto una vasta foresta in Trentino, causando l’accumulo di un’enorme quantità di materiale che ancora oggi si sta cercando di ripulire per evitare che si inneschino pericolosi incendi o si diffondano malattie aggressive e devastanti.

Di fronte a questi pericoli, alcune specie di piante cercano di difendersi, spostandosi sempre più verso nord alla ricerca di terreni più freschi e ricchi di umidità, ma spesso i cambiamenti climatici corrono troppo velocemente, e gli ecosistemi fanno comunque fatica a seguirli e a difendersi.

Oltre a ciò, esistono evidenti limiti di spazio, per cui i boschi e le foreste non potranno continuare ad espandersi all’infinito, ma, secondo i calcoli del Ministero dell’Ambiente, la loro crescita naturale dovrebbe terminare intorno al 2030.

A questo punto, è necessario domandarsi quale potrà essere il futuro dei boschi e delle foreste sul nostro territorio e quali azioni intraprendere per continuare a mantenere sano e rigoglioso il nostro patrimonio boschivo.

Una delle risposte potrebbe essere la riforestazione programmata, promossa anche dalla Comunità Europea. In Italia sono già presenti diversi progetti che si propongono di favorire la riforestazione, come ad esempio Treedom o “un albero per ogni italiano” portato avanti dalla Comunità Francescana Laudato Sì, nata nel 2018 sul Monte Mesmo in provincia di Novara. Progetti sicuramente utili e interessanti, che però al momento presentano un problema legato all’approvvigionamento delle piantine. Infatti, negli ultimi anni non tutte le regioni italiane hanno provveduto ad approvvigionarsi adeguatamente con la creazione di vivai e l’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato all’Arma dei Carabinieri nel 2016, ha ulteriormente aggravato la situazione.

Una volta trovate le piantine, che attualmente non supererebbero i 5 milioni di esemplari, si presenterebbe un ulteriore questione di spazio, in un Paese come l’Italia ad alto consumo di suolo. Una soluzione, potrebbe essere la creazione di biocities, ovvero delle vere città green, in cui gli alberi diventerebbero parte integrante della città e non solo un abbellimento urbano, mitigando così le temperature, assorbendo grandi quantità di anidride carbonica e creando anche nuove opportunità di lavoro.

Foreste e boschi italiani ed europei stanno assumendo un ruolo sempre più cruciale e strategico nelle politiche ambientali dei vari Paesi e questo fa ben sperare per un futuro di maggiore salvaguardia, protezione e valorizzazione dei patrimoni e delle risorse naturali.

 

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