L’agricoltura sostenibile è innovativa, rinnovabile e rispettosa dell’ambiente

L’agricoltura produce tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere da più di 10.000 anni, cioè da quando gli uomini, da raccoglitori e cacciatori, si sono trasformati in agricoltori e hanno iniziato a coltivare la terra per ricavare cibo, alimenti per gli animali e fibre naturali per la realizzazione di tessuti. Nel tempo, le tecniche di produzione si sono evolute, ma oggi possiamo dire di trovarci di fronte a una nuova rivoluzione agricola, dove l’applicazione di tecnologie sempre più innovative e all’avanguardia sta cambiando profondamente il modo con cui si coltivano i campi. L’agricoltura sostenibile è una risposta concreta alla necessità sempre più impellente di salvaguardare l’ambiente, le risorse naturali e la biodiversità, pur aumentando le produzioni, ma ha anche un obiettivo sociale molto importante, ovvero la salute alimentare, il miglioramento della qualità della vita degli agricoltori e lo sviluppo economico, garantendo i diritti umani e l’equità sociale.

I principi fondamentali dell’agricoltura sostenibile

Il principale obiettivo dell’agricoltura sostenibile, secondo la definizione dell’Agricultural Sustainability Institute, è riuscire a soddisfare l’attuale fabbisogno primario di alimenti e tessuti alla popolazione mondiale senza pregiudicare la possibilità in futuro di soddisfare le stesse necessità.

La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, per rendere più semplici e comprensibili gli obiettivi dell’agricoltura sostenibile, ha definito 5 principi fondamentali e imprescindibili a cui devono fare riferimento tutti gli agricoltori, dai piccoli produttori alle grandi imprese.

Innanzitutto, è indispensabile modificare e sviluppare i processi agricoli, in modo che si riduca il consumo di acqua e risorse naturali attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili e di sistemi di riciclo dei materiali, pur aumentando la produttività e l’occupazione, e soprattutto garantendo i rifornimenti alimentari a tutta la popolazione mondiale.

In secondo luogo, è necessario proteggere e salvaguardare le risorse naturali, favorendo la conservazione dell’ambiente e riducendo l’inquinamento, che porta alla distruzione degli ecosistemi e al deterioramento della qualità dei suoli.

Per quanto riguarda i mezzi di sussistenza, è essenziale favorire una crescita economica inclusiva, che favorisca la diffusione di una migliore qualità di vita, anche nelle zone del mondo più povere e disagiate.

Inoltre, bisogna creare nuovi modelli produttivi, che accrescano la resilienza delle popolazioni, delle comunità e degli ecosistemi, facendo fronte efficacemente all’impatto degli eventi atmosferici sempre più estremi e all’instabilità dei prezzi, dovuta alle variazioni imprevedibili del mercato.

Infine, raggiungere un equilibrio, anche dal punto di vista legale, che assicuri al settore pubblico e privato di affrontare le nuove sfide tecnologiche, assegnando incentivi adeguati e garantendo equità e trasparenza dei processi.

Il ruolo fondamentale dell’innovazione tecnologica

L’applicazione di nuove tecnologie sempre più innovative e all’avanguardia svolge un ruolo fondamentale nei processi di produzione dell’agricoltura sostenibile. La digitalizzazione, l’utilizzo della geolocalizzazione, la connessione in rete sempre più performante e l’Internet of Things sono strumenti che finora hanno permesso all’industria 4.0 di evolversi e svilupparsi, ma che possono avere un’applicazione altrettanto efficace in agricoltura per renderla più sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Le applicazioni tecnologiche permettono una calibrazione più attenta e precisa delle metodologie agricole e delle sostanze da utilizzare, in base alle caratteristiche e specificità dei terreni, e permettono di monitorare costantemente le condizioni metereologiche, ottimizzando le risorse e riducendo gli sprechi in modo significativo.

In Italia, il settore agricolo 4.0 è in piena ascesa già da qualche anno, grazie alla sempre maggiore attenzione degli operatori nei confronti delle nuove tecnologie, che migliorano la qualità dei prodotti, la produttività e la sostenibilità delle coltivazioni, e offrono soluzioni innovative per la tracciabilità e la competitività delle aziende. Ormai il 60% delle imprese agricole italiane utilizza almeno un’applicazione digitale per il monitoraggio dei mezzi agricoli, la robotica, le piattaforme e i software di elaborazione dei dati.

Nonostante nel nostro Paese solo il 3-4% del suolo sia coltivato con tecniche dell’agricoltura sostenibile, nel 2020 è arrivato a valere 540 milioni di euro, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Ciò dimostra quanto siano validi i nuovi sistemi di produzione in agricoltura e pone l’Italia tra le nazioni più green in Europa e nel mondo. Infatti, possiamo contare su ben 296 indicazioni geografiche protette, sulla migliore sicurezza alimentare con una ridottissima quantità di prodotti in cui sono state rilevate sostanze chimiche dannose, su un sistema di certificazione pubblico con i parametri più restrittivi al mondo, su una delle più estese superfici agricole destinate alle produzioni biologiche in Europa e sulla maggiore capacità di esportazione di prodotti biologici dopo gli Stati Uniti.

Un ulteriore vantaggio degli agricoltori italiani è quello di aver saputo integrare perfettamente le più moderne applicazioni tecnologiche con le più antiche tecniche agricole, che da sempre garantiscono un utilizzo dei terreni e delle risorse sostenibile e responsabile: la rotazione delle colture viene utilizzata sin dall’antichità per migliorare e mantenere nel tempo la fertilità dei terreni, così come il monitoraggio dei parassiti e degli insetti, e la copertura del terreno con la paglia e sostanze organiche, che ne prolungano l’umidità, regolando in modo efficace la temperatura del terreno. Inoltre, poter calcolare con precisione la quantità d’acqua necessaria per irrigare una pianta, limita gli sprechi e permette di prevedere i possibili rischi futuri, prevenendoli quando possibile. Un approccio tecnologico è evidentemente utile, perché consente di applicare queste tecniche al momento giusto, evitando gli sprechi e i danni alle colture, che potranno così prosperare senza che sia necessario utilizzare prodotti chimici e fertilizzanti dannosi per l’ambiente.

Le tecniche più diffuse di agricoltura sostenibile

Si possono utilizzare diversi modelli di agricoltura sostenibile, il cui impatto ambientale sia sempre ridotto e garantisca una buona produzione. Uno dei più diffusi e utilizzati al mondo è sicuramente l’agricoltura biologica, le cui produzioni, in Europa, devono rigorosamente rispettare il regolamento CEE 2092/91. In questo caso, per le produzioni agricole devono essere utilizzate solo sostanze di origine naturale, controllando lo sfruttamento delle risorse idriche ed energetiche ed evitando le sostanze chimiche di sintesi sia per fertilizzare sia per combattere eventuali malattie, funghi e parassiti.

Un altro modello molto diffuso è quello dell’agricoltura biodinamica, che si basa sulle teorie formulate da Rudolph Steiner nel 1924. Il principio su cui si fonda questa metodologia è il rispetto dell’ecosistema terrestre, tenendo in considerazione le leggi cosmiche e l’attivazione della vita nel suolo. Secondo le teorie steineriane, le piante sono in grado di autoregolarsi e possono essere fertilizzate utilizzando solo preparati naturali che favoriscono la fertilità del suolo.

La permacultura è invece un sistema complesso che integra tematiche architettoniche, economiche, ecologiche e giuridiche al fine di mantenere la naturale produttività del terreno, attraverso la progettazione di aree antropizzate, che riescano a garantire la soddisfazione dei bisogni primari delle popolazioni, come cibo ed energia, senza sconvolgere gli ecosistemi ambientali e la biodiversità locale. In alcuni paesi del mondo si stanno progettando e realizzando nuovi ecovillaggi, dove le persone possono vivere in abitazioni a basso impatto ambientale ed essere autosufficienti dal punto di vista alimentare, nel pieno rispetto dell’uomo e dell’ambiente, ma soprattutto con una ridottissima distanza tra chi coltiva la terra e chi gode dei suoi frutti.

Infine, è necessario citare l’agricoltura solidale, dove i prodotti vengono coltivati da lavoratori liberi dallo sfruttamento, dalle estorsioni e dalle mafie, e vengono retribuiti in modo equo, per permettere loro di vivere con maggiore benessere e portare nelle comunità condizioni di vita più dignitose, anche per le future generazioni.

Si tratta di sistemi che possono essere facilmente applicati in varie parti del mondo, dove possono soddisfare le necessità di cibo di qualità ed energia delle popolazioni locali, senza influire in modo negativo sugli ecosistemi ambientali.

In conclusione, si può affermare che i prodotti inseriti in una filiera ad alto tasso tecnologico siano perfettamente sostenibili, mantengano inalterate le loro proprietà, risultino più salutari dal punto di vista alimentare e abbiano anche un impatto economico e sociale positivo sulle popolazioni del mondo.

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