Food Forest, un sistema in continuo cambiamento

Le foreste ci offrono da sempre cibo e riparo, ma anche legna per riscaldarci e fibre per realizzare i nostri abiti. Nella nostra società, dove l’agricoltura intensiva ha preso il sopravvento a discapito della biodiversità, le foreste sono diventate quasi un ostacolo da eliminare per far spazio a grandi estensioni coltivate e allevamenti di animali, ma in molte parti del mondo e per molte popolazioni ciò che nasce e si sviluppa nel bosco è ancora una preziosa fonte di vita e sostentamento.

Con il termine Food Forest si intendono sistemi di coltivazione che si ispirano al bosco, allo scopo di produrre non solo cibo, ma anche altri prodotti, come fibre e medicinali, che aiutino e migliorino la nostra vita e creino un ambiente naturale più sostenibile.

Ritornare al passato per un futuro più sostenibile

Il bosco è un ambiente fertile e ricco di vita, che si autosostiene e rigenera, senza che l’uomo intervenga con fertilizzanti, concimi o anticrittogamici. È un sistema complesso in perfetto equilibrio, dove le dinamiche naturali e la biodiversità creano processi funzionali alla vita, che comprendono le piante, gli animali e molti micro e macro organismi. In questo immenso puzzle, ogni tassello svolge una sua funzione importante e noi uomini possiamo solo prendere esempio da questo formidabile sistema in continuo cambiamento.

Il Food Forest si ispira a ciò che, in realtà, gli uomini hanno fatto per millenni, e cioè utilizzare l’interazione tra diverse specie vegetali e animali per ricavare cibo, ma anche piante aromatiche e officinali, combustibili naturali, fibre tessili e anche il proprio benessere psico-fisico. Tradizionalmente, era del tutto normale che i campi coltivati venissero circondati da alberi, sia da frutto sia da legna, o che accanto alle viti venissero piantati gli ortaggi o i fiori. Non era solo una questione estetica, ma una necessità di preservare la biodiversità naturale e permettere a più piante e animali di vivere in perfetta simbiosi.

A partire dal secolo scorso, questo metodo di coltivazione integrato è stato progressivamente sostituito da una semplificazione sempre più preponderante delle coltivazioni agricole, dove gli insetti si sono trasformati in parassiti dannosi da eliminare e alcune piante sono diventate infestanti da estirpare. In natura non esistono questi concetti, tutto è utile e funzionale per il buon funzionamento dell’ambiente e pertanto sarebbe utile imparare a rispettare questa armonia per tentare di ricreare un rapporto più fertile e proficuo con ciò che ci circonda.

Prendere esempio dalla natura per produrre in modo sano, buono e in equilibrio con l’ambiente

Un orto è un sistema che si rinnova annualmente con nuove semine e dove gli alberi da frutto necessitano di essere contenuti con potature e manutenzioni costanti. Il Food Forest è invece un sistema pensato per essere permanente, con un limitato intervento del coltivatore e soprattutto che si autosostiene e rigenera nel tempo, alimentando la biodiversità anche nell’orto. La fauna, le piante e gli insetti generano un ecosistema utile e biologico, in cui è possibile gestire le colture con metodi naturali, senza necessità di trattamenti e diserbanti.

Non sono necessari grandi appezzamenti di terreno per creare un bosco alimentare, ma è fondamentale una progettazione attenta, che tenga conto di vari criteri, che potrebbero essere presenti anche in un bosco:

  • Per prima cosa, è necessario che siano presenti molte piante perenni, che si instaurino e crescano nel tempo senza dover essere ripiantate ogni anno. Al fianco di querce, frassini e faggi, si possono piantare meli, peri, castagni e ciliegi, che per loro natura raggiungono altezze elevate e possono vivere a lungo. A queste piante si possono affiancare susini, albicocchi, fighi e melograni, che hanno dimensioni più ridotte, ma possono ugualmente produrre frutti gustosi. Ovviamente, ogni pianta deve essere piantata nel punto giusto al momento giusto, perché possa prosperare e rigenerarsi, tenendo conto del terreno e delle condizioni climatiche. Si può anche creare un sottobosco con cespugli di more, lamponi e mirtilli, piante erbacee e tappezzanti, radici e rampicanti, oltre a diverse tipologie di funghi commestibili.
  • In secondo luogo, è necessario considerare il bosco come un ambiente in continuo sviluppo ed evoluzione, in cui le piante più vecchie vengono sostituite naturalmente dalle più giovani, che avranno così più spazio, luce e nutrimento per crescere. Si può aiutare questa rigenerazione, piantando nuove piantine ogni anno e tagliando quelle che non si sono sviluppate o non hanno prodotto l’effetto sperato.
  • Un bosco alimentare deve essere un ambiente estremamente variegato, dove le piante di diverse dimensioni costituiscono cibo, riparo e sostentamento per diverse specie animali e sono coinvolte in un continuo scambio all’interno dei processi naturali.
  • Infine, è fondamentale tenere conto delle diverse condizioni ambientali, di umidità, del suolo e della luminosità che possono presentarsi a diverse latitudini. Ad esempio, gli agrumi potranno prosperare in Sicilia, ma avranno grosse difficoltà a crescere sulle Alpi, dove il clima è decisamente meno favorevole. Nel momento in cui si decide di realizzare una Food Forest è quindi necessario progettare le piantumazioni, secondo le condizioni climatiche e non dimenticare di consultare i vecchi contadini della zona, per capire meglio gli strumenti  da utilizzare e il contesto in cui ci si trova a operare.

Il Food Forest è un sistema che recupera la bellezza degli ambienti naturali, di cui dobbiamo imparare ad avere maggiore rispetto, ma è anche un metodo estremamente efficiente e produttivo, se impostato in modo da soddisfare i nostri bisogni. La sua funzione primaria è sicuramente la produzione di cibo sempre più sano e sostenibile, ma può anche avere effetti positivi sul nostro benessere psicofisico. Infatti, il bosco può essere terapeutico per la nostra salute, perché ci dona un naturale senso di pace e tranquillità, che influisce a livello fisiologico, rallentando il battito cardiaco e influenzando positivamente il nostro sistema immunitario.

La natura, tanto sfruttata e abusata negli ultimi anni, è un’ottima maestra nel farci capire come possiamo avvicinarci a lei e nel riprendersi i suoi spazi. Sicuramente può insegnarci nuovamente a rispettare i suoi ritmi lenti, i suoi cambiamenti e le sue necessità, mettendole a confronto con le nostre, per ricreare un armonia che sia proficua per entrambi.

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